Ancelotti con la valigia pronta e con Gattuso sull'uscio del Napoli: "E' normale e non sono spaventato ma col Genk voglio vincere. Sì, c'è una cosa che non rifarei però non la dico..."

Un uomo con la valigia, Carlo Ancelotti. All’ordine del giorno i grandi quesiti: conferma per lui, dimissioni o licenziamento? Sa di essere in discussione ed a sua volta fa sapere che da allenatore di calcio con esperienza e professionalità la valigia deve averla sempre pronta. Lo ammette apertamente, sereno e tranquillo come nei giorni migliori del suo mandato che ora sembra giunto agli sgoccioli giacchè in giro si dice che la sua avventura in azzurro terminerà subito dopo la partita di Champions col Genk, quando sarà annunciato dal Napoli Gattuso nuovo timoniere. “Un allenatore deve averla sempre pronta la valigia, è assolutamente normale. Non può disfarla mai, – ribatte il tecnico più decorato del mondo – e che la società possa decidere su ciò che verrà. Ritengo che essere messo in discussione in una situazione come questa è normale e la cosa non mi spaventa. Se non si verificano le giuste condizioni è giusto chiudere da entrambe le parti. Però non ci sto pensando. Piuttosto sono preoccupato per la squadra perché in questo periodo mi sento particolarmente coinvolto. Non posso far finta di niente. Non stiamo esprimendo in campionato quel che facciamo in Champions in cui abbiamo realizzato cose di grandissimo livello. Dobbiamo uscire da questo periodo che finirà, ne sono certo, ma non possiamo tirarla troppo per le lunghe”, la qualificazione agli ottavi è ad un passo. Basterà per cancellare i brutti risultati, le orribili prestazioni, l’ammutinamento e le multe? “No, la qualificazione non può cancellare quanto fatto di negativo ma può darci lo stimolo per risolvere i problemi evidenziati nelle partite di campionato in cui non abbiamo fatto quello che invece siamo stati capaci di fare in Champions”. I rapporti tesissimi e la rottura con De Laurentiis, dopo la sfuriata a tu per tu alla fine della partita di andata a Genk: “Parlo con il presidente ogni giorno. Abbiamo fatto una valutazione sul match di Udine. Ora siamo concentrati tutti su questa partita col Genk che ci può dare il lasciapassare. E’ un obiettivo importante e devo prendere delle decisioni in queste ultime ore e cioè scegliere la squadra migliore. Dopo la gara dovrò riflettere sulla partita come sempre. Spero in riflessioni positive”. Domanda: gli azzurri giocheranno per Ancelotti? “Non vorrei mai vedere i calciatori giocare per me. Continuerò a fare il mio. Non mi piace valutarmi per quello che ho fatto ma per quello che sto facendo. So che non sto dando il meglio e devo concentrarmi sui calciatori che sono lo strumento per dimostrare le mie qualità”. Quando è iniziata la crisi? “Non mi interessa stabilirlo. Mi interessa risolverla. Quello che è stato rimane. Questa col Genk potrebbe essere la partita della scintilla. Se va bene serviranno altre verifiche, una sola partita non può bastare”. Va avanti Ancelotti finchè potrà, ma c’è qualcosa che non rifarebbe?: “Sì, c’è una sola cosa che però non dirò. Il girone non è facile ma abbiamo fatto grandi cose”, è il caso di riflettere su cosa non rifarebbe il mister: è pentito di aver firmato il contratto o di non aver respinto l’imposizione societaria di far giocare tutti, ma proprio tutti?, un altro mistero. La sensazione è quella dell’addio?: “Essere messo in discussione nasce dal fatto che la squadra non ha reso per quelle che erano le aspettative anche mie. Dobbiamo sfruttare l’evento col Genk, basterà un punto. Se non mi ritenessi la persona giusta per ripartire non sarei qui”. C’è ottimismo per l’ultima partita del girone, giusto?: “Penso che faremo una grande gara e che passeremo il turno, speriamo da primi. Tutto dipende da una cosa: che l’allenatore non sbagli la formazione”. Ibrahimovic sulla rotta azzurra, un’operazione possibile? Telegrafico Ancelotti: “L’ho sentito domenica sera…”.