Napoli, Callejon e Milik piegano la Lazio (2-1)

Nella foto tratta dal profilo Facebook di Arek Milik l’esultanza dell’attaccante polacco con Dries Mertens e Kevin Malcuit

Una macchina da guerra il Napoli: solido, combattivo in ogni zona del terreno di gioco, tatticamente versatile nei cambi delle posizioni in campo e deciso a tutto nei rovesciamenti di fronte quando ha fatto tremare la Lazio in più occasioni, al di là dei due gol con i quali gli azzurri hanno consolidato la posizione del secondo posto alle spalle della Juventus. Già, proprio per questo va dato risalto alla vittoria sulla Lazio, vittoria che è arrivata attraverso i gol di Callejon, per la prima volta al bersaglio pieno in questa stagione e con un’altra perla su punizione di Arkadius Milik, a quota undici nella classifica cannonieri. Ma c’è dell’altro: a favore della squadra di Ancelotti sul piatto della bilancio hanno il loro peso ben quattro pali centrati in pieno due volte da Milik, poi da Ruiz e poi ancora da Callejon, pur se in sospetta posizione di fuorigioco, probabilmente. Un trionfo insomma, nel pieno rispetto di una Lazio mai doma, comunque e che ha dato filo da torcere anche e di più dopo essere rimasta in dieci per l’espulsione di Acerbi e dopo il gol di Immobile (65’) che in un certo senso aveva riaperto la partita. Un’illusione soltanto però per la squadra di Inzaghi che nella circostanza ha cercato di accelerare nel vano tentativo di raggiungere il pareggio. La verità è che il Napoli ha anche saputo soffrire, stringendo i denti senza mai rinunciare all’offensiva, ai capovolgimenti difronte per chiudere definitivamente il match: palo di Fabian Ruiz (56’) e un sette colpito in pieno da Callejon (64’), nel fuorigioco non rilevato dall’arbitro Rocchi. Prima di loro due nel giro di dieci minuti (12’ e 22’) era capitato a Milik di beccare i pali della porta avversaria, facendo gridare al gol. La rete  del polacco è arrivata più tardi (37’), una perla su calcio piazzato, con una parabola a girare, prima alta e poi abbassandosi improvvisamente nella porta laziale. Tre minuti prima il gol di Callejon che di corsa ha concluso felicemente un ribaltamento di gioco al termine di un veloce giro palla con l’assist di Mertens per lo spagnolo, spietato nella conclusione, stavolta. Insomma un Napoli tosto, gagliardo, una squadra che sa quello che deve fare sul terreno di gioco, benché senza Koulibali, Allan, Insigne e Hamsik, i primi tre assenti per squalifica. A dire il vero e con tutto il rispetto, la squadra del cuore se l’è cavata alla grande, anche senza di loro, sapendo bene cosa doveva fare contro la Lazio ed ha fatto bene con Diawara cresciuto nella sua prestazione, con Malcuit all’altezza della situazione sulla destra, con Mario Rui preferito a Ghoulam sull’altro versante con Zielinski più avanti e con la coppia centrale formata da Albiol e Maksimovic davanti a Meret, autore di un paio di interventi piuttosto importanti. Ma in assoluto va innanzitutto riconosciuta la superiore qualità  di Fabian Ruiz, straordinario nel palleggio, nel gioco lungo e corto e che con le sue diagonali sposta di punto in bianco gli equilibri tattici della squadra in corso d’opera, cosa che molto spesso disorienta i team che si scontrano con il Napoli. La Lazio infatti è stata costretta a subire, dopo aver costruito proprio all’inizio una buonissima azione offensiva (5’) con un colpo di testa di Milinkovic-Savic, su cui ha impedito il gol Meret prontissimo e reattivo. La squadra di Inzaghi è venuta fuori – decisa a tutto nella rincorsa sul Napoli – nella ripresa, dopo la doppietta azzurra. Immobile è stato bravo ad allargarsi un tantino ed a stringere di quel tanto per rendere vano l’intervento di Albiol al quale la palla è passata in diagonale tra le gambe e su cui Meret non ha potuto far nulla. Lazio che non si è arresa nemmeno dopo l’espulsione di Acerbi, fuori per doppia ammonizione, lasciando la sua squadra in dieci. Ma il Napoli aveva già reagito con forza centrando un altro paio di pali con Fabian Ruiz e Callejon, come già detto. Intanto è toccato ad Ancelotti aggiustare un tantino la squadra con le tre sostituzioni: Verdi (72’) per Diawara, Ounas (82’) per Mertens e Hysaj (88’) per Callejon, nel finale col batticuore sì, ma poi mica tanto…